venerdì 21 novembre 2008

La bambina di Hiroshima

Apritemi sono io...
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perchè i bambini morti nessuno riesce a vederli.

Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perchè i bambini morti non diventano grandi.

Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.

Apritemi; vi prego non per me
perchè a me non occorre nè il pane nè il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.

Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perchè il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.


di NAZIM HIKMET
(poeta turco 1902-1963)

1 commento:

Unknown ha detto...

il mio commento...
che dire...
se solo gli uomini pensassero meno alla loro potenza, se solo gli uomini pensassero meno alla loro ricchezza...

non solo non avremmo mai visto il gran sole di hiroschima...non solo i suoi bambini non sarebbo morti bruciati, non solo i suoi bambini non sarebbero morti affogati nelle nuvole tossiche...

io non ho parole...qualche gru...vola alta nel cielo...